Il curriculum vitae è una biografia “zippata”, un biglietto da visita, uno strumento di comunicazione attraverso cui è possibile presentarsi efficacemente a un’azienda potenzialmente interessata al nostro profilo.
Il curriculum vitae è il nostro racconto vivo: per farlo crescere non basta aggiungere dei pezzi al curriculum chiuso nel cassetto ogni volta che facciamo delle nuove esperienze, perché queste modificano le nostre competenze, integrano le conoscenze; in sostanza cambiano il quadro generale della nostra persona che offriamo ai nostri interlocutori.
Un buon CV, deve essere in grado di:
- fornire tutte le informazioni personali, formative e professionali per capire se la candidatura proposta è coerente o meno con il profilo ricercato;
- descrivere le proprie esperienze e le competenze acquisite;
- incuriosire e stimolare l’azienda a mettersi in contatto con chi lo ha inviato: nella sua scrittura occorre immedesimarsi nel selezionatore che lo leggerà;
- fornire una buona impressione da approfondire attraverso un colloquio di selezione.
INDICAZIONI UTILI
- La foto non è indispensabile (qualora volessimo inserirla, è bene sceglierne una in stile fototessera);
- Concentrarsi sull’essenziale (i datori di lavoro impiegano generalmente meno di un minuto per valutare un CV ed effettuare una prima selezione dei candidati);
- Non inviare “a tappeto”, casualmente, il CV: esso, deve essere sempre “personalizzato”, “adattato” e “contestualizzato”. Interlocutori differenti richiedono messaggi differenziati, si tratta di modulare il messaggio, accentuando o sfumando il peso di alcune informazioni;
- Specificare sempre in quale contesto sono state acquisite le competenze indicate;
- Non dimenticare mai in calce di inserire sempre l’autorizzazione al trattamento dei dati personali: “Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e all’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali”.
Il CV Europass è il formato richiesto dalle aziende e più utilizzato; esso rappresenta un documento per presentare le proprie competenze e qualifiche in modo chiaro ed efficace. Attraverso il sito https://europass.cedefop.europa.eu/it/documents/curriculum-vitae è possibile utilizzare lo strumento di creazione online del CV: salvando il CV in formato XML o PDF+XML è possibile caricarlo e aggiornarlo online in un secondo momento.
Le principali sezioni in cui si articola il modello Europass sono:
- Informazioni personali;
- Occupazione per la quale si concorre / Posizione ricoperta / Occupazione desiderata / Titolo di studio / Dichiarazioni personali;
- Esperienza Professionale (partire dalla più recente focalizzandosi su quelle esperienze lavorative che diano un valore aggiunto alla candidatura).
- Istruzione e Formazione (partire dalla più recente focalizzandosi sui corsi di istruzione e formazione rilevanti per la richiesta);
- Competenze personali (Linguistiche: scelta di una o più lingue e autovalutazione del livello di conoscenza, possibilità di inserire l’eventuale conseguimento di un certificato; Comunicative: abilità e attitudini a stabilire e gestire rapporti con altre persone utilizzando modalità di comunicazione appropriate; Organizzative e Gestionali: capacità di scegliere, decidere e attuare la strategia più adeguata nel contesto specifico in cui si opera; Professionali: competenze strettamente connesse all’esercizio della professione; Digitali: autovalutazione del livello di conoscenza, elenco di eventuali certificati conseguiti, descrizione di altre abilità informatiche);
- Altre competenze (elencare le competenze che non hanno trovato spazio nei campi precedenti e che si ritiene possano concorrere a tracciare un quadro più esauriente delle capacità personali e possano apportare valore aggiunto alla candidatura);
Ulteriori informazioni/Dati personali (inserire l’appartenenza a gruppi/associazioni, eventuali certificazioni, la partecipazione a conferenze e corsi, menzioni, presentazioni, progetti, pubblicazioni, referenze, riconoscimenti e premi, la partecipazione a seminari, l’autorizzazione al trattamento dei dati personali).
La lettera di presentazione è uno dei principali strumenti di ricerca attiva del lavoro, il cui obiettivo principale è quello di catturare l’interesse del selezionatore per ottenere un appuntamento conoscitivo presso l’azienda attraverso l’autocandidatura. Ciò nonostante lo strumento della lettera è tralasciato da molti candidati oppure approntato troppo frettolosamente. In realtà bisogna abituarsi a pensare al CV come al secondo componente di un prodotto comunicativo formato dal binomio Lettera + CV.
Attraverso il sito https://europass.cedefop.europa.eu/editors/it/cl/compose è possibile compilare online la propria lettera di presentazione.
La lettera deve essere:
- chiara;
- precisa (concreta, senza errori ortografici);
- facile da leggere (stile succinto, diretto e scorrevole, uso della prima persona);
- breve (massimo 10 righe, lettere più lunghe solitamente stancano e non vengono lette).
In sintesi in una lettera di presentazione o di autocandidatura è necessario:
- inserire un’intestazione con i propri dati e contatti;
- inserire le coordinate dell'organizzazione e della persona da contattare - titolare, responsabile, selezionatore del personale - alla quale è destinata la lettera di presentazione.
- indicare l’oggetto della lettera: es. Autocandidatura per/Candidatura a/Risposta all’annuncio Rif……;
- nella formula di apertura rivolgersi direttamente al destinatario; nel corpo della lettera, compilare il paragrafo di apertura inserendo una breve presentazione di sé (es. formazione, caratteristiche personali, valori) e spiegando il motivo per cui si è scelta proprio quella azienda o perché si è interessati a quel lavoro (es. sono certo che l'esperienza presso…consentirebbe di perfezionare le mie conoscenze e favorirebbe la mia crescita professionale. Scrivere max. 3 righe);
- nel corpo centrale della lettera far riferimento al CV allegato evidenziando le esperienze professionali e le competenze acquisite che sono in linea con quelle del profilo ricercato nell’annuncio di lavoro e/o con il settore di cui si occupa l’azienda e che per la stessa possono rappresentare un valore aggiunto (max. 5 righe);
- nel paragrafo di chiusura sottolineare la propria disponibilità a ottenere un colloquio e/o un incontro conoscitivo (es. RingraziandoLa/Vi per l'attenzione, resto a disposizione per ogni chiarimento e spero che Lei/Voi possa/possiate contattarmi per un colloquio conoscitivo).
Il video curriculum è un filmato, della durata massima di 3 minuti, che permette di raccontare le proprie esperienze formative e professionali e rendere visibili determinate competenze (tecnico professionali, linguistiche, informatiche e trasversali) di cui si è in possesso.
Un video curriculum si compone di 4 fasi:
- Chi sono? È la fase in cui fornire utili indicazioni sulla personale storia formativa, su alcuni tratti distintivi della personalità, su specifiche precedenti esperienze lavorative. Il racconto deve incuriosire ed interessare il destinatario, distinguerlo dagli altri potenziali candidati, non deve essere la mera ripetizione di quanto riportato nel CV tradizionale.
- Cosa so fare? È la fase in cui bisogna tradurre le esperienze in competenze in grado di interessare il potenziale datore di lavoro. È possibile imparare a descrivere ed argomentare adeguatamente le proprie competenze, anche con esempi pratici in modo da fornire una concreta dimostrazione delle competenze tecniche o trasversali di cui si è in possesso.
- Io nel futuro. È la fase in cui descrivere le personali aspettative, vocazioni o progettualità legate al futuro professionale, dall’occupazione ricercata al ruolo che vorrà assumere progressivamente all’interno dell’organizzazione.
- Chiusura. Chiudere il video con un elemento particolarmente distintivo in grado di sorprendere, incuriosire e convincere il selezionatore a contattare e convocare il candidato. Inoltre in questa fase è opportuno ricordare le info di contatto per consentire al selezionatore di comunicare con l’utente (e-mail, telefono, skype, ecc.). Ricordatevi di ringraziare sempre per l’attenzione alla fine del video.
Per realizzare un semplice ed efficace Video CV occorre disporre di:
- Videocamera o smartphone;
- Supporto per dispositivo di registrazione;
- Programma di editing video.
Ci sono delle indicazioni e dei comportamenti da tenere ben a mente per realizzare un buon Video CV:
- Guardare dritti nella telecamera;
- Parlare lentamente e in maniera chiara;
- Non sorridere troppo;
- Apparire naturali ed evitare di leggere;
- Vestire in maniera appropriata e consona al messaggio che si intende comunicare e al destinatario al quale ci si rivolge, tenendo conto della propria personalità;
- Gestire la comunicazione (verbale e non verbale), è importante controllare la voce, la dizione, il linguaggio del corpo ed in particolare la mimica facciale e gestuale;
- Utilizzare una stanza quanto più isolata possibile dai rumori;
Curare la luminosità del video, per farlo è necessario posizionarsi correttamente rispetto alla fonte di luce.
Il colloquio di selezione è lo strumento attraverso cui il selezionatore cerca di capire se il candidato possiede le caratteristiche e le capacità in linea con il profilo richiesto dall’organizzazione lavorativa e il candidato verifica se quel ruolo si adatta alle sue reali esigenze. L’obiettivo è far emergere se esistono o meno le condizioni, di reciproca convenienza, necessarie a stabilire un rapporto di lavoro, pertanto le caratteristiche e la mission del candidato devono essere in linea con la cultura, la mission e la vision dell'organizzazione del lavoro.
È fondamentale prepararsi ad un colloquio di selezione al fine di sapersi promuovere in maniera efficace, mettendo in risalto le competenze acquisite nelle proprie esperienze (formative, professionale ed extra-professionali). Un iter di selezione può prevedere più colloqui individuali e prove di gruppo.
IL COLLOQUIO INDIVIDUALE
Lo strumento di valutazione più utilizzato dalle aziende è il colloquio di lavoro individuale. Al fine di promuoversi in maniera efficace è necessario tenere a mente 10 regole:
- Rispettare l’orario prestabilito del colloquio, è fondamentale arrivare in orario.
- È necessario vestirsi bene ma non è necessario indossare abiti eccessivamente eleganti o stravaganti.
- Rileggere analiticamente il proprio CV e prepararsi a commentarlo in maniera adeguata insieme al selezionatore.
- Prepararsi a rispondere alle domande più ricorrenti che caratterizzano un colloquio individuale.
- Prepararsi a dimostrare le proprie conoscenze e competenze acquisite anche mediante esempi o prove.
- Far emergere perché si è interessato al ruolo, all’azienda e all’opportunità proposta.
- Non parlare male di ex colleghi e datori di lavoro.
- Raccogliere informazioni sull’impresa attraverso il sito aziendale, i social network o contattando direttamente persone che lavorano presso l'impresa.
- Prepararsi alcune domande da porre al selezionatore per meglio comprendere la mission, l'organizzazione del lavoro, la formazione, i successivi step di selezione.
- Preparare la documentazione a supporto del CV (attestati, certificazioni, referenze, ecc.), soprattutto se esplicitamente richiesta nell'annuncio di lavoro.
Normalmente il colloquio di lavoro inizia con una domanda definita di "rottura del ghiaccio" che serve per abbassare lo stato di tensione o eccessiva emotività che potrebbe presentare il candidato e che andrebbe ad inficiare il processo di conoscenza: non si tratta di una domanda "tecnica" piuttosto può riguardare il viaggio effettuato dal candidato per raggiungere la sede dell'azienda, hobby o sport in comune descritti nel CV, altre passioni in comune osservate sui social.
Quando entrate nella stanza del selezionatore attendete che sia il selezionatore a stringervi la mano e a farvi accomodare; guardatevi intorno, osservate l'arredamento, eventuali trofei, quadri e foto appese e altri particolari che potrebbero mostrare passioni in comune; non invadete con borse, pc portatile o abiti lo spazio di lavoro del selezionatore e soprattutto durante il colloquio non toccate o prendete in mano penne o oggetti presenti sulla sua scrivania (per scaricare la tensione accumulata).
È bene tenere a mente che ogni domanda successiva alla "rottura del ghiaccio" mira a raccogliere informazioni utili per comprendere meglio le vostre caratteristiche, esperienze, competenze, progettualità. In questa prospettiva può essere utile prepararsi a rispondere a quelle che sono alcune delle “domande standard” poste dal selezionatore, ovvero:
- Mi parli di lei/Si presenti.
- Cosa si aspetta dal suo futuro? Quali sono i suoi progetti futuri?
- Quali sono i suoi personali punti di forza e le sue aree di miglioramento?
- Per quale motivo desidera cambiare contesto di lavoro?
- Come mai si sono conclusi i precedenti lavori?
- Quali sono state le sue principali sconfitte o fallimenti? Come le ha interpretate?
- Quali sono stati i suoi più importanti successi?
- Che cosa ha appreso durante questo stage? Per quale motivo dovremmo confermarla?
- Perché ha scelto questa formazione universitaria?
- Perché ha scelto di candidarsi per questa professione?
- Qual è il suo sogno professionale?
- Come si vede tra 5/10 anni?
- Cosa l'ha spinta a rispondere al nostro annuncio?
Una volta sostenuto il colloquio è utile avviare una riflessione, così da poter valutare quali aspetti poter migliorare in futuro. È importante non aspettare l’esito del colloquio per proseguire nella ricerca attiva del lavoro, che piuttosto deve configurarsi come un’attività continua, nonché prepararsi a gestire un’eventuale trattativa relativa a forme contrattuali, condizioni di lavoro e retribuzione nel caso in cui il colloquio di selezione abbia avuto un esito positivo.
IL COLLOQUIO DI GRUPPO (O INTERVISTA DI GRUPPO)
L'azienda al fine di valutare il potenziale dei candidati tende ad adottare un tipo di selezione definita comunemente "di gruppo" (o intervista di gruppo). Questa modalità ha la finalità di osservare i comportamenti e le reazioni dei candidati in una dimensione gruppale ed in specifiche situazioni per confrontarli con quelli richiesti dalla posizione lavorativa.
Quasi sempre le prove di gruppo si svolgono in una modalità circle time, facendo accomodare i candidati in modo circolare o attorno ad un tavolo in modo da favorire l'interazione, cercando di far emergere soprattutto le competenze trasversali quali ad esempio: il teamworking, la leadership, la capacità di persuasione, l’abilità di comunicare e relazionarsi con gli altri, la capacità di ascoltare, di mediare, di negoziare, di saper gestire il conflitto socio-cognitivo, problem solving e decision making, la flessibilità al cambiamento, la determinazione.
Nella maggior parte dei casi al gruppo viene chiesto di leggere, analizzare e quindi discutere un "caso", facilmente comprensione e in grado di favorire la partecipazione di tutti, che al tempo stesso può rappresentare una situazione simulata di una problematica aziendale. In questa fase il selezionatore non si sofferma tanto sulla valutazione delle competenze tecniche bensì è interessato soprattutto ad osservare ed analizzare l’atteggiamento con cui il candidato nella relazione con il gruppo esprime la propria opinione (assertivo, competitivo, insicuro, timido, preoccupato ecc.) e le modalità in cui ciò avviene (autorevolezza, aggressività, collaborazione, mediazione, ecc. ), senza valutare il grado di padronanza degli argomenti da parte dello stesso candidato, i quali possono essere di vario tipo (fatti di cronaca, storie di fantasia, problemi aziendali, ecc.).
Generalmente, si può affermare che in una dinamica di selezione di gruppo, risulta vincente il candidato che dimostra di essere soprattutto assertivo e collaborativo, cioè è colui che:
- esprime con proprietà e chiarezza la propria opinione, tenendo conto anche della reazione degli interlocutori;
- ha consapevolezza di sé;
- sa comunicare, sa ascoltare e farsi ascoltare;
- sa mediare e sintetizzare e ricercare soluzioni condivise e spinge gli altri a partecipare e a proporre altre possibili soluzioni.
Al contrario, le possibilità di essere presi in considerazione scendono se:
- si rimane passivi, silenziosi, assenti, standosene in disparte (magari anche per timidezza)
- si interagisce in modo aggressivo con i membri dello stesso;
- si mostra sfiducia nelle decisioni del gruppo o cercando di "imporre" la propria visione;
- si prova ad essere protagonisti di interventi verbali caotici, privi di ordine logico.
La ricerca attiva del lavoro passa anche attraverso nuove possibilità di ricerca e selezione di offerte di lavoro rappresentate da motori di ricerca e social network, alla luce della constatazione che il web è ormai a tutti gli effetti un luogo privilegiato per l'incontro fra domanda e offerta di lavoro, in cui pratiche tradizionali si combinano a pratiche nuove come il social recruiting e il personal branding. Attraverso la rete si amplificano le possibilità di fare networking, che consiste nella capacità di creare una “rete” di contatti utili per farsi conoscere e generare opportunità professionali: attraverso il web e i social network è infatti possibile rendere visibile, valorizzare e promuovere la propria professionalità, creandosi una propria reputazione, in questo caso definita digital reputation, che diventa tangibile e misurabile.
I SOCIAL NETWORK
Oltre ai siti predisposti per la ricerca del lavoro, ai siti aziendali, ai portali e alle App dedicate, i social network (Facebook, Instagram, Linkedin, Twitter..) rappresentano un ulteriore canale di ricerca e selezione di annunci di lavoro in espansione: è possibile candidarsi a posizioni aperte, conoscere potenziali datori di lavoro, ma soprattutto utilizzare il proprio profilo social come biglietto da visita e trampolino di lancio in grado di migliorare l’occupabilità. I profili “social”, tuttavia, vanno costruiti ad hoc per valorizzare e mettere in risalto la propria professionalità nella maniera più opportuna ed efficace, nell’ottica di una digital reputation curata e coerente. All’interno di questi canali i tradizionali ruoli tra recruiter e candidato possono invertirsi: non è più solo il candidato a proporsi al recruiter, inviando il proprio curriculum vitae, ma anche il primo che cerca il secondo, nella speranza di reclutare talenti. Attraverso i social network si ha la possibilità di trasmettere non solo conoscenze, competenze ed esperienze, ma anche i propri gusti, interessi, passioni e punti di forza, che attraverso la creatività, la comunicazione efficace e la capacità di networking, possono aprire sentieri verso nuove e allettanti possibilità professionali. A tal proposito, all’interno dei social network la strategia del personal branding si basa proprio sul mettere in risalto i personali punti di forza e nel riuscire a comunicarli cercando di focalizzare l’attenzione sul sapere, sul saper fare e sul sapere essere, sulle proprie peculiarità e potenzialità che dovrebbero indurre un recruiter a selezionare la nostra professionalità.
SOCIAL RECRUITING
Quello che si pubblica sui social e l’uso che ne fai è molto più importante di quanto si possa immaginare. Il profilo social è alla portata dei Recruiter, dei responsabili HR, dell’attuale datore di lavoro e di quello futuro. Per questo motivo, nella ricerca del lavoro è importante non sottovalutare l’immagine che emerge dai Social e Professional Network e, più in generale, dalla rete. La cura della digital reputation può fare la differenza quando si tratta di mettere in evidenza il proprio curriculum vitae in mezzo a tanti, in un contesto in cui il Social Recruiting, ovvero la ricerca di candidati attraverso i Social Network, diventa sempre più centrale nel mondo HR. Questo significa che, ogni volta inviato un curriculum per un’offerta, è molto probabile che il selezionatore, una volta verificata l’attinenza del proprio profilo con la Job Description, possa ricercare traccia del candidato sui principali Social Network.
Ecco quali sono i fattori determinanti nel nuovo processo di selezione del personale in modalità Social Recruiting:
- Informazioni non coerenti con il cv;
- Tratti emergenti della personalità;
- Contenuti discriminatori;
- Network scarso e profilo poco aggiornato;
- Commenti negativi sui datori di lavoro.
DIGITAL REPUTATION
Dunque, è possibile riassumere le cose da fare per migliorare la propria Digital Reputation sono:
- Avere profili aggiornati: il profilo deve essere completo di informazioni.
- La foto profilo: è la prima cosa che appare quando viene visualizzata la nostra pagina, deve trasmettere professionalità.
- Controllare la propria attività sul web: digitando il nostro nome sul web possiamo cancellare vecchi account ed eliminare contenuti passati che potrebbero rovinare la reputazione.
- Seguire i profili delle aziende di nostro interesse: in molti utilizzano i social network per cercare personale, è quindi, consigliabile seguire i profili delle attività che ci interessano.
- Postare contenuti che valorizzano le tue competenze e partecipare attivamente alle discussioni online che riguardano tematiche inerenti la propria professionalità.