Self marketing e personal branding

IL PROGETTO PROFESSIONALE

Il secondo passo per muoversi in modo efficiente ed efficace nel mercato del lavoro è definire il proprio progetto professionale. Alla luce di ciò che è emerso dalla riflessione su di sè, dall’esplorazione delle esperienze e dalla traduzione di queste in competenze, è necessario partire da ciò che si è per giungere a ciò che si vuole essere e diventare!

Alcuni siti possono rappresentare un supporto nella ricerca e definizione del profilo professionale di interesse, in quanto raccolgono le varie professioni e i vari settori del mercato del lavoro associando ad ognuno di questi compiti, attività, competenze e responsabilità. Alcuni di questi siti sono:

Il soggetto, dopo aver individuato uno o più profili professionali di interesse può riflettere sulle attività che questi svolgono, sulle loro competenze e caratteristiche, sui loro valori professionali, sulle loro condizioni di lavoro, per comprendere se siano in linea con la propria professionalità.

Non possedere tutte le competenze richieste dalla professione non è un dramma, ma occorre mettersi all’opera e delineare le azioni che porteranno al raggiungimento dell’obiettivo!

Si tratta quindi di fare un passaggio dal piano ideale (“cosa vorrei fare”) al piano reale (“cosa posso fare e “come posso realizzarlo”).

Per definire il progetto professionale è necessario riflettere sulle seguenti variabili:

  • chi sono;
  • cosa so fare (attitudini personali e professionali);
  • cosa desidero fare (settore di interesse);
  • dove voglio lavorare (area territoriale: nazione, regione, provincia);
  • in quale tipo di settore e azienda;
  • a quali condizioni (ad es., lavoro dipendente, autonomo);
  • quale profilo professionale voglio ricoprire.

Infine, si elabora un piano di azione che prevede la programmazione, la realizzazione e la verifica delle azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo e l’attuazione di azioni per la ricerca del lavoro e delle attività di formazione, per preparare e motivare a progettare il futuro.

La ricerca attiva di un’occupazione presuppone dunque degli step:

  • identificare l’obiettivo professionale da raggiungere e le risorse necessarie per il relativo conseguimento;
  • pianificare le azioni da intraprendere e la relativa tempistica (ad es., creare l’agenda dei contatti, definire il tempo da impiegare, circoscrivere l’area geografica di interesse, rispettare le scadenze, aggiornare le schede di lavoro necessarie a monitorare l’impegno, etc.);
  • predisporre e utilizzare gli strumenti necessari per mettersi in contatto con le aziende e a farsi conoscere.

La ricerca del lavoro è un vero e proprio lavoro ma, soprattutto, è un percorso che richiede dedizione e un’idonea preparazione e organizzazione nonché una approfondita conoscenza di sé e del contesto.

Spesso le persone che cercano lavoro utilizzano tecniche poco efficaci semplicemente perché hanno un’idea poco chiara di come una azienda si muove per ricercare il personale. Rispondono, così, alle inserzioni sui giornali e agli annunci online non in maniera mirata e inviano decine di curricula uguali tra loro. Si può constatare che per trovare lavoro diventa, invece, significativo soprattutto mettere in campo un’efficace azione di networking.

In un percorso di ricerca attiva del lavoro, il networking consiste nell’allargare la propria rete di contatti e conoscere nuove persone, permettendo al soggetto di scoprire opportunità di lavoro nascoste o di crearne nuove.  La rete di contatti (il network) è formata da tutte le persone che il soggetto conosce, a partire dai parenti più prossimi fino ai conoscenti più lontani: genitori, fratelli, zii, nonni, cugini, amici, conoscenti, amici di amici, vicini di casa, colleghi di lavoro, insegnanti e professori, compagni di scuola o di università; membri di associazioni sportive, culturali e di volontariato etc.

Solo le grandi aziende possono permettersi di incaricare una società di selezione o di pubblicare annunci sui giornali e online, e comunque esse creano solo il 10% delle nuove opportunità lavorative.

Un’organizzazione riconosce il bisogno di assumere nuovo personale anche prima che venga definito il profilo specifico e avviata la campagna di selezione; durante questo periodo di gestazione si muove informalmente, proprio attraverso i contatti, alla ricerca della persona giusta.

In definitiva, quindi, il metodo più efficace per trovare lavoro è allargare la rete dei contatti. I contatti personali permettono di farsi conoscere ed essere tra i primi della lista dei candidati nel momento in cui si crea un’occasione professionale.

Per ricevere un aiuto concreto dai propri contatti, è importante collaborare con i propri interlocutori, ma è necessario indirizzare la ricerca, raccogliere indizi e utilizzarli per proseguirla. Il compito di chi cerca lavoro non è, dunque, elemosinare un lavoro ma andare a caccia di informazioni e sviluppare contatti per ottenere colloqui con i datori di lavoro e/o i responsabili delle risorse umane.

Il networking non è una pratica che avviene solo offline ma è possibile utilizzare il networking online: attraverso l’uso di internet è possibile, infatti, accedere a un vasto numero di persone nel proprio campo di interesse. Alcuni social sono predisposti proprio in tal senso, primo fra tutti Linkedin: è il social network professionale più conosciuto, principalmente utilizzato in America del Nord, Asia ed Europa. È un social network, esattamente come Facebook, ma professionale. Creare un profilo è molto semplice ed è possibile inserire insieme alle informazioni propriamente curriculari, come l’istruzione e le esperienze lavorative, anche altre informazioni più personali: gli interessi, le competenze specifiche, i link al proprio sito o blog e il collegamento ad altri profili social. Dalla homepage è possibile pubblicare aggiornamenti di stato e condividere contenuti interessanti per il proprio ambito lavorativo. Linkedin non è solo una vetrina per i candidati, ma è anche uno strumento utile per le aziende che possono creare un proprio profilo per pubblicare annunci di ricerca di personale.

Studiare con attenzione e monitorare con lucidità e competenza la propria “immagine pubblica” è ciò che consente ad ogni professionista il controllo del proprio personal brand ed anche di riposizionarsi nei momenti critici, facendo così un salto qualitativo. Un giusto lavoro di self marketing porta a un rafforzamento della reputazione, all’allargamento e consolidamento del network, a nuove opportunità di crescita professionale.

Non solo le aziende di successo hanno un brand forte e riconoscibile, basti pensare a Google, Apple o Coca Cola, ma anche le persone possono sviluppare il brand personale, identificando e valorizzando adeguatamente le caratteristiche, le competenze e i punti di forza che le rendono uniche, per poi costruire il proprio percorso di crescita personale e professionale.

Per poter costruire un brand personale di successo è necessario sviluppare un atteggiamento riflessivo continuo sul proprio bagaglio di competenze, nel rilevare le opportunità che si presentano in un contesto professionale, nel tradurre questa maggiore riflessività in un agire professionale.

L’individuo deve sviluppare progressivamente quelle career management skills, indispensabili per orientarsi nel mercato del lavoro, attraverso un corredo di competenze idonee a saper raccogliere, organizzare e valutare in forma autonoma tutte le informazioni utili in materia di formazione e lavoro, nonché a saper fronteggiare e prendere decisioni orientate nei momenti di più difficile transizione.

Il processo di personal branding è la capacità di ognuno di fare marketing di se stesso. Così come il brand è l’elemento intangibile che differenzia i prodotti o servizi aziendali, rendendoli unici agli occhi dei consumatori anche quando questi sono simili tra loro, il personal branding è il processo che consente al soggetto di distinguersi nel mercato del lavoro, attraverso una comunicazione efficace e un’efficace attività di networking.

Questo lavoro di valorizzazione e promozione consente al soggetto di differenziarsi dai diretti concorrenti e consente allo stesso di comprendere:

  • cosa è in grado di fare;
  • come lo sa fare;
  • perché è considerato migliore rispetto ai propri concorrenti;
  • quali benefici è in grado di offrire alla clientela;
  • perché il suo valore è quello giusto comparato con quello dei concorrenti.

La vera chiave per lo sviluppo del personal branding sono la visibilità e il networking, soprattutto attraverso il passaparola. La rete dei parenti, amici, colleghi, clienti e fornitori è lo strumento di marketing più potente che un soggetto può avere a disposizione. I futuri clienti si baseranno, più che sul curriculum di un soggetto, sull’opinione di coloro che hanno già usufruito degli stessi servizi e possono garantire sulla qualità dell’erogazione.  In questo modo sarà molto più semplice generare una piccola community attorno al marchio e divenire per questa una micro celebrità.